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Lunedì 15 Febbraio 2016
METALGATE: Davide Stura e lo sbocco di borchie
Incominciamo mettendo i puntini sulla o di Motörhead [neanche i fan sprecano due secondi per scriverlo correttamente]: «siamo tutti amici e perciò felici» possono cantarlo, rimanendo credibili, solo gli Snorky – non certo chi calca un palco.

  1. FALSITÀ

    Essendo «nome storico» per militanza e conoscenza: cosa ne pensi dei gruppi Metal italiani? E ancora: giù dalla torre. Chi salvi e chi butti?

    Rispondendoti “di pancia” ti dico che salvo la mia band e butto giù il resto.


    Mi sono imbattuto in troppi personaggi e in troppe porcherie (musicali ed umane) e quindi ho smesso di seguire la “scena”: sono troppo disilluso ed annoiato per continuare ad esserne un fan. Razionalmente, invece, sono meno estremo, ma comunque severo.

    Io salvo chi pensa “me ne fotto di quel che vogliono gli altri”; salvo i coerenti con se stessi. Salvo chi, essendo musicista, pensa per prima cosa a proporre musica buona. Salvo chi lavora sodo.
    Giù dalla torre tutti gli altri: sono inquinanti e sono la maggioranza, purtroppo.
    So che i gruppi validi a 360° non mancano. Ma saranno sempre troppo pochi.

  2. ONESTÀ

    [Immodestamente: Ti conosco dalla musicassetta dei Nybbas] in questi anni cosa rimpiangi; cosa recrimini e cosa ricordi?

    I Nybbas?! Ahahaha!!! Che tragedia di band e di demo! Erano anni di sogni e ingenuità! A dire il vero, forse rimpiango solo i tempi in cui mi sono interessato seriamente a questo tipo di musica. Trovo che tutto fosse molto più affascinate e l'ambito fosse completamente da esplorare.
    La “scena” esisteva ed era molto più simile a quella ideale della quale tutti hanno sempre blaterato, ma che neanche adesso sanno o conoscono.
    Era faticoso essere sia un musicista che un ascoltatore, ma era oltremodo gratificante.
    I ricordi sono davvero tanti, sia da semplice appassionato che da musicista. Troppi per essere citati. Recriminare? Mah... Lo trovassi utile – me la prenderei forse col sistema che ci dice di vivere in questo ambiente – uno qualunque – come se fossimo tutti personaggi di un qualunque becero reality show. Uno qualunque.

  3. TRUFFA

    Pay to play. Spolmonasti il Tuo pensiero, ma neanche le vittime si degnarono leggerlo. Cicatrici e suture? Quello che t’istiga l’omicidio e quello che ti miagola compassione?

    Nessuna ferita aperta o ancora in fase di guarigione. Le cicatrici rimangono ben visibili e sono un ottimo promemoria.
    Devo essere sincero: non me ne frega niente. Io ho scelto da che parte stare. Gli altri facciano quello che vogliono.
    Se e quando mi arriverà notizia del suicidio di tot band, per alcune riderò... Per altre sarò dispiaciuto. Di fatto: non mi interessa! Anche se mi dispiace: pietra sopra i live! E da tempo, e non posso fare altro che ripetermi: suonerò solo SE ne varrà la pena e SE le condizioni proposte saranno adeguate a quanto mi richiederanno.
    Né odio né compassione.
    Solo: coerenza. Con me stesso. E indifferenza – verso tutto il resto.

  4. GRUPPI

    [Premesso: vantiamo tre avvocati penalisti] MI-DO-RE-LA: nei Tuoi giri di basso, anche se MAI avresti suonato questo giro, dopo ANNI e ANNI accordati e concordati per far vivere e rivivere Any Face... Chi e cosa impali?

    A questo punto ci tengo a spiegare come e perché gli Any Face si siano sciolti.


    È tragicomico... Stavamo registrando i demo di quello che sarebbe dovuto essere il quarto album. I pezzi funzionavano e le registrazioni procedevano, eppure il meccanismo si era ormai irreparabilmente rotto. Grazie al terzo disco abbiamo fatto le cose migliori della nostra “carriera”, ma questo ci ha esposti al 100% a quella che, oggigiorno, è diventata “la scena” – almeno per una band come la nostra.

    Ed è stato semplicemente scoraggiante. Abbiamo deciso tutto in una sera: che SENSO avrebbe avuto proporre un altro album per continuare a rivivere situazioni nelle quali non ci saremmo riconosciuti?

    La soddisfazione personale non è stata forte abbastanza; non è stata sufficiente!

    Parlando solo di Any Face: per me c'erano 15 anni di fatiche alle spalle. Per gli altri? Dai 3 agli 8. Hanno vinto disgusto e stanchezza. Banalmente: non abbiamo voluto adattarci ai cambiamenti avvenuti nell'ambiente... Siamo stati “l'obsoleta testimonianza” di un passato che purtroppo, com'è naturale, non tornerà mai più. Allora meglio chiudere il capitolo e dedicarci ad altro. Siamo tutti attivi: i miei compagni sono all'opera con le loro cover e tribute band. Io lo sono con il nuovo gruppo di cui faccio parte.

    Gli Any Face sono morti, cremati, e le loro ceneri sparse nelle peggiori fogne del pianeta.
    Sia di fatto che dentro di me. Ci si è lasciati con la promessa che se un giorno dovessimo ritrovare la motivazione o anche solo la voglia di toglierci lo sfizio di terminare l'incompiuto allora ci riuniremo. Ora come ora: la voglia non c'è in nessuno di noi! E dubito fortemente la situazione cambierà a tal punto da farci “risorgere”. Sono assolutamente convinto della decisione che abbiamo preso, ma contento - no.

    Come già detto i brani c'erano, funzionavano e ci piacevano. Non eravamo di certo i migliori e tutti abbiamo anche avuto (poche) serate dal vivo, ma... ‘FANCULO ALLA MODESTIA: eravamo bravi e il nostro lo facevamo alla grande, con passione e professionalità.

    Avevamo ancora molto da suonare: ma che senso avrebbe avuto portare a termine il lavoro per stare di nuovo male – dopo? Per essere trattati di continuo come “gli ultimi deficienti da chi di musica non capisce niente e che con l'ambiente musicale c'entra come Pierino alle prese con la fisica quantistica”?

    Va bene tutto, ma svendere la propria dignità perché non si è voluto imparare dalle esperienze precedenti – no! Grazie agli Any Face, so cosa NON dovrò fare in futuro.


    Tornando a monte... Chi impalo?

    Potrei recriminare a lungo e su tante cose, ma adesso non ne sento il bisogno e lo trovo insensato. In 15 anni abbiamo sicuramente commesso alcuni errori imputabili solo ed esclusivamente alle nostre scelte. Ex componenti, tanto per citare un esempio, ai quali non abbiamo dato la seconda possibilità che avrebbero meritato. Per almeno uno di loro, anche se umanamente abbiamo chiarito, sono veramente dispiaciuto da anni...

    Nostro sbaglio, invece? Quelli che la possibilità l'hanno avuta – e che avrebbero meritato da noi solo calci in culo a partire dal primo minuto. Errore nostro perdere tempo con chi è stato più impegnato a far sapere che suonava negli Any Face piuttosto che cercare di farne davvero parte.
    A volte alcune scelte sono state frettolose, ma: col senno di poi “si va da nessuna parte”.

    E, così è, ora non mi interessa più. Si è chiuso un capitolo e ognuno di noi ne ha aperto un altro. Personalmente terrò a mente la lezione. Sottolineo che i vari “mea culpa” sono un MIO pensiero che non so se sia condiviso dai miei ex compagni. Al di fuori di noi, invece, fino a ieri avrei risposto alla tua domanda citando la “scena” in generale e chi ci ha messo i bastoni tra le ruote in particolare.
    Ora, di loro, me ne frega tanto quanto il nulla.

    (Tra parentesi... Ne approfitto per salutare e ringraziare: i miei tre ultimi ex compagni; tutti quelli del periodo 2000/05; il chitarrista polacco-svedese; il cantante milanese e il session 2014/15)

  5. FUTURO

    Il Tuo *suonare altro* con altri quanto Ti gratifica?

    Ora suono nei The Bastard Within.
    Colgo al volo l'occasione per fare una lunga... Lunghissima presentazione del nuovo gruppo di cui faccio parte. E già questo dice molto del mio entusiasmo. Al momento siamo un quartetto e siamo una grindcore band.


    Con me: Yuri Bianchi e Nicola Bavaro alle voci e Gianluca Sulpizio alle chitarre e al programming. Nicola è il cantante degli storici Cruentus, death band di Bari e, nel corso della sua lunga carriera, ha fatto parte – inciso e suonato live con: Schizo, Glacial Fear; coi grandissimi Natron e... Molto probabilmente dimentico qualcuno. Artisticamente lo apprezzo dai suoi lavori dei primi anni 90. Ha una gran voce. Non ci siamo mai incontrati di persona, ma dagli scambi avuti so di aver a che fare con una persona intelligente ed acuta. ED È UN COGLIONE DI PRIMA CATEGORIA, COME TUTTI NOI ALTRI DEL RESTO... AHAHAH! Mi fa morire dal ridere quel ragazzo.


    Yuri Bianchi: bolognese di nascita e residenza, artisticamente lo conosco da quando debuttò coi suoi defunti Hybris e siamo amici da 16 o 17 anni ormai; è stato il cantante degli Addiction Crew, Hayma, The Bloodline Propaganda (e sicuramente di qualche altro gruppo) e dei miei Any Face dal 2008 al 2010 registrando con noi, tra gli altri, il lavoro a cui mi sento più legato: il secondo album “The Cult Of Sickness”.

    Rinnovare la collaborazione con Yuri per me è una gran gioia. Anche se lui ed io siamo persone molto diverse che in passato hanno avuto anche modo di “scontrarsi violentemente”, c'è un grande RISPETTO reciproco. È per attitudine, schiettezza ed onestà tra le persone migliori in cui io mi sia imbattuto in questo ambiente ed è uno dei cantanti che preferisco.


    E ora passiamo alla nostra macchina sforna-riff: Gianluca. Proviene dalla grind band Conviction di Pavia e per tutta la sua permanenza ne è stato il maggiore compositore, se non addirittura l'unico. Fighissimo il loro demo del 2003, molto bello quello del 2008 e totale il loro album di debutto del 2013. Brutto colpo per me venire a sapere qualche anno fa che se ne era andato da quel gruppo. Ho scoperto la sua band nel 2002 ad un loro concerto e sono andato letteralmente fuori di testa. Avremmo anche dovuto fare una data insieme nel 2004, ma il soggetto proprio quel giorno decise di scassarsi una spalla e andò tutto a monte. Legai bene o male con tutti i suoi compari dell'epoca: lui, invece, era piuttosto taciturno e sulle sue con me. Mi stava letteralmente sui coglioni.

    Poi ci siamo ritrovati anni dopo in rete e compresi di aver commesso un grande errore di valutazione. Conoscendo il suo talento l'ho “corteggiato” e gli ho rotto le palle ogni volta che gli Any Face hanno avuto bisogno di un chitarrista, ma ha sempre rifiutato ammettendo con assoluta onestà che pur rispettandoci gli facevamo piuttosto schifo. Non ero certo contento dei suoi rifiuti, ma apprezzavo la sincerità. E col senno di poi, visto quello che stiamo facendo ora insieme, sono felice sia andata così. È il miglior chitarrista ritmico con cui abbia mai lavorato, al punto che spesso rimango ancora impressionato da quel che suona e da come lo suona. Ed è un compositore eccellente. Ogni idea che tramuta in musica è una badilata sui denti. Ho imparato e sto imparando ancora molto da lui. Ammetto che inizialmente ho faticato a stargli dietro; alcune sue influenze hard core mi hanno fatto “cagare sangue” come credo abbiano spiazzato lui alcune mie più tipiche di un certo death metal contorto, ma adesso ci siamo amalgamati molto bene. Lo rispetto tantissimo sia come musicista che come persona: schietto, senza troppe cazzate per la testa e con le idee molto chiare. Non andiamo d'accordo al 100% su tutto, ci mancherebbe, e a volte capita di avere costruttive discussioni, ma non ho problemi a definirlo un buon amico. Musicalmente siamo sulla stessa lunghezza d'onda e vogliamo esattamente le stesse cose: è una cosa per niente scontata in una band...

    Finita qui? Assolutamente no! Ora scriverò una “biografia” dei TBW e parlerò di alcune nostre dinamiche. A partire dalla composizione dell'ultimo album degli Any Face è stato chiaro che il lavoro era equamente diviso al 33% tra noi tre musicisti. Ergo, qualcosa di ognuno di noi inevitabilmente veniva sacrificato. Da sempre sono stato l'anima “violenta e brutale” di quella band, ma era diventato necessario per tutti e tre scendere a tanti compromessi. Mi sono andati benissimo fino a lavori ultimati, non lo nego, ma per come sono fatto adesso faccio molta fatica ad ascoltare quell'album, pur considerandolo un ottimo disco nel suo genere. Non è stato un caso che dopo averle in buona parte represse per la scrittura di “Perpetual Motion Of Deceit” e per la composizione delle primissime bozze dei brani che sarebbero dovuti finire nell'album successivo, le mie influenze si siano fatte prepotentemente risentire. Non volevo snaturare il percorso che gli Any Face avevano spontaneamente intrapreso per cui l'unica soluzione per me era fondare una nuova band, e così ho fatto nel marzo 2015. Ho pubblicato un annuncio molto chiaro su cosa volessi sia musicalmente che a livello di tematiche e nel giro di un mese i TBW erano nati. Ero e sono contentissimo di questa cosa. Sì, perché se gli Any Face sono stati un sogno che avevo da quando avevo 20 anni, una band grind è il sogno da quando ne avevo 15.


    Inizialmente i The Bastard Within dovevano essere solo un side project a tempo perso, ma poi è saltato fuori che Gianluca da Pavia si era trasferito a circa 40 km da me e dunque da giugno 2015, mi pare, tutte le settimane io e lui ci troviamo in sala prove. Da quel momento, pur con la line up incompleta, da side project che doveva essere la band ha assunto per noi l'importanza di un gruppo a tempo pieno. Dalla fine degli Any Face (novembre 2015) sono in focus al 100% su questo gruppo. La composizione dei brani è equamente divisa, a livello musicale, tra me e Gianluca. E vista la comunione di intenti la cosa non mi pesa minimamente. A lui il merito di almeno il 90% degli arrangiamenti. Nel giro di 3 mesi sono stati scritti 30 brani per circa 50 minuti di musica. E non conto né le canzoni messe da parte per il futuro né quelle scartate. Ai cantanti il compito della scrittura dei testi. In questi mesi mi sono permesso di scriverne anche io qualcuno e a momento debito sottoporrò ai miei compagni il mio lavoro. L'intenzione è fare una cernita dei pezzi ed uscire con circa 30/35 minuti di musica per l'album di debutto.

    Ho sempre reputato il grindcore un genere molto onesto e puro. Pochi fronzoli e diretti al punto. Mi identifico molto in questa band e nella musica che suoniamo. Prima, vuoi anche perché detesto essere frainteso, per dire quello che avevo da dire prendevo in considerazione mille elementi. Esattamente come la musica degli AF. Ora se devo dire qualcosa, la dico e basta. E se mi si fraintende, se non ne vale la pena... Pazienza. Adesso arrivo subito al sodo. Come la musica dei TBW.

    Mi diverto tantissimo coi TBW, cosa che purtroppo da settembre 2014 negli AF è mancata completamente. Certo non è tutto rose e fiori. I cantanti sono lontani e si prova mai con loro; a volte Gianluca ed io ne risentiamo. E, soprattutto, non riusciamo a trovare un batterista. Inizialmente lo avevamo (ciao Carlo), ma non si è creata la giusta affinità per poter proseguire. Da allora ne abbiamo contattati tantissimi e provinato qualcuno. Non so cosa pensare. Ovviamente molti sono già ultra impegnati; altri sembra che abbiano paura di sudare – suonando questo genere. Altri ancora, invece, sentendo cosa facciamo si sono intimoriti. L'intenzione è di trovarne qualcuno vicino a me e Gianluca in modo da provare insieme e creare il giusto affiatamento in preparazione allo studio di registrazione. Stessa cosa se fosse un po' più lontano, anche se diluiremmo con lui il numero delle prove. Le alternative a quanto desideriamo sarebbero o trovare qualcuno disponibile ma lontano con cui non ci vedremmo mai (e ci sarebbe già), o usare per l'album le batterie scritte da Gianluca. Non vorremmo fare così, ma a mali estremi, estremi rimedi. Il disco DEVE uscire e uscirà. Ancora non ci arrendiamo, per cui ne approfitto per fare un appello: batteristi... Fatevi avanti cazzo! Se volete sapere cosa facciamo, eccovi la nostra pagina FB per poterci contattare. Lì troverete qualche video idiota condito da alcune rapide demo version strumentali dei nostri pezzi. Con o senza di voi produrremo il nostro debutto e causeremo parecchio dolore a tutti... Ma con voi sarebbe molto più completo, letale e divertente.

    E con questa ultima buffonata ho concluso, ahahah!

  6. PROSTITUZIONE

    F. lavora per un’agenzia [di dubbio gusto]; A. incolpa il vino e non la sua amenza; S. duetta con Caparezza; T. prova a passare i provini di X Factor; G. omaggia Dime; M. inventò i Metallica; cazzari power omaggiano Lemmy... [Parentesi di Dama: inizialmente i nomi erano scritti per esteso e la lista ben più lunga, ma preferii evitare per non “creare caciara” e distrarre attenzione].
    A memoria non ricordo altre incoerenze. Per Te cos’è il Metal? Come deve essere; chi lo rispetta e cosa lo uccide?


    Per quanto riguarda il “metal” inteso come “scena”: semplicemente non esiste. E se è esistito ora è agonizzante. È BELLO RIEMPIRSI LA BOCCA CON PAROLE QUALI FRATELLANZA, SOLIDARIETÀ, COLLABORAZIONE E VIA DICENDO, MA SONO I FATTI CHE CONTANO ed onestamente nel mio percorso ho trovato solo tanta incoerenza. Credo che tutto il mondo sia paese, ma quello italiano è l'ambiente che conosco e ciò che ho visto è solo una continua ed interminabile guerra tra poveri. Tutti re... Ma nel proprio giardino. Mi chiedo come si faccia a non capire che così facendo si è tutti carne da macello per gli aguzzini che infestano l'ambiente: lo trovo assurdo! Raramente ho trovato accoglienza. Quasi mai solidarietà. E la famosa “metal brotherhood” è una favoletta a cui ho creduto per venti minuti. Ci sono piccole “scene” locali, chiuse e protezioniste. E anche all'interno di queste le pugnalate non mancano. I singoli, le singole persone... Quelle sì: di straordinarie ne ho incontrate. Ma mettile insieme e spesso l'amalgama è pietosa. Io continuerò come sempre ho fatto: a buona educazione risponderò con buona educazione; la collaborazione la ripagherò con la collaborazione. Difficilmente però l'iniziativa partirà da me: ormai sono totalmente disilluso e mi sono svegliato.

    Il “metal” come musica oggettivamente lo uccidono gli scopiazzatori e gli ignoranti. Poi intervengono i gusti personali di ognuno. Io NON amo la musica metal, se non in ALCUNE delle sue forme più estreme. Non amo l'uso (salvo rarissime eccezioni) e soprattutto l'abuso di melodia. Per me dovrebbe servire solo come rapido e breve mezzo atto a spezzare l'intensità del brano o dell'album. Per cui per me: niente power, melodic death, metalcore, folk e simili. Mi urtano. Adoro la melodia, ma la cerco in altra musica. Da quello che per antonomasia dovrebbe essere il genere più violento e feroce voglio violenza e ferocia. Mi accontento di questo. Ma sto parlando di me.

  7. RABBIA

    Da quando i Metallari sono diventati bucolici accomodanti? Quali MACIGNI vuoi toglierTi dagli anfibi?

    Non posso non ammettere che di collera nel corso della mia “carriera” ne ho vissuta e accumulata tanta, ma allo stesso tempo sono uno che i panni sporchi li lava in casa propria. Non perché voglio essere accomodante, ma per riservatezza e carattere. Grazie a te ho continuato a farlo. Dietro il trasparente vetro di una finestra, vero, ma sempre e comunque in casa. Se qualcuno degli interessati leggerà le mie parole non faticherà di certo a riconoscersi. Non ho bisogno di “proclami pubblici” per dire a qualcuno cosa penso. Lo faccio direttamente. Se mi attacchi pubblicamente, taccio. Poi però per un po' ti cerco in privato per chiarire. Se mi eviti sono affari tuoi e, evidentemente, della tua coscienza: io vado avanti sereno per la mia strada. Per cui non ho nulla da dire: agli interessati ho già parlato in separata sede.

    Grazie mille per l'intervista.

    Davide Stura



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