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Martedì 27 Luglio 2010
Gary Moore @ Arena del Mare
DATA: Lunedì 26 Luglio 2010

Davide[1], ti ricordi che cercavamo di fare “Walking by myself” con la band, nella versione di un certo tipo irlandese che faceva un intro da paura. Ti ricordi che avevamo provato a fare “Still Got The Blues” di questo signore, sempre con Nadia[2] alla voce?? Beh, questo tipo irlandese ce l’ho a cinque metri di distanza  qui a Genova, Arena del Mare, e sta suonando di brutto, si chiama Gary Moore.

 

Chissà quanto avrai  consumato i suoi dischi quando suonavi, e sicuramente ti stai guardando dall’alto il concerto….beh, è un “pochino” ingrassato, anche nella faccia, rispetto alle copertine dei dischi, ma tieni conto che è un classe ’49, e non ci si può muovere sul palco come una ballerina, a quell’età…

 

Però, Davide,  dovresti vedere le mani, del Gary Moore, quelle ballano sulla Les Paul Gold Top e poi sulla Custom (e non ne userà altre), e senza sbagliare una nota: per tutti i chitarristi genovesi presenti (e sono molti) è una lezione sui legati, per il resto del pubblico – finalmente - un chitarrista di cui riesci a ricordare i temi, e te li puoi anche cantare se vuoi, come li sanno fare i grandi della chitarra.  E pubblico ce n’è, di tutte le età, per giunta.

Gary Moore ti fa anche una sorpresa in scaletta: invece he proporci i blues ai quali ci aveva abituato negli ultimi tempi, ritorna all’hard rock celtico di  album come “Wild Frontier” da cui prende tre pezzi  e ne mette altri tre nuovi in stile, in vista di un  futuro album, uno dei quali una ballatona romantica delle sue (“Where are you now”). Il pubblico è un po’ smaliziato, e si accorge che certe cose le aveva già dette, dal punto vista strettamente celtico. Ha una band da invidia, con Neil Carter ex UFO e nella band di “Wild Frontier” appunto, alle tastiere ed alla seconda chitarra per un pezzo, il bassista Jonathan Noyce che ha suonato anche nel tributo[3]  organizzato da Gary,  e Darren Mooney alla batteria (Primal Scream), ed il tutto funziona alla grande, soprattutto quando Moore pigia sull’acceleratore e  si lascia andare a sfuriate hard rock molto bellicose (va beh, fa anche “Out in the fields” e”Military man”, senza il Phil[4] che ti tiene in compagnia su di sopra….). “Empty Rooms” si riconferma la ballata forse più bella che abbia scritto (con Neil Carter).

 

La cosa sconvolgente è che Gary Moore disintegra la nostalgia, che si potrebbe provare per quello che ha fatto, a suon di assoli BELLI; melodici e non ripetitivi, con delle intro maestose. Pian piano sembra persino che si liberi della pesantezza del suo corpo di irlandese alcolizzato, come se la chitarra lo reggesse e lo facesse dimagrire di qualche chilo. Ci concede anche “Walking by myself”, Davide, e la fa anche più semplice di come ce l’avevamo immaginata, a parte ovviamente gli assoli….Ed è bello sentire che sono TRE note quelle che ti toccano il cuore, non di più.

 

Sì, poi conclude ovviamente con le due canzoni che ci piacciono, quelle delle tre note e non più: “Still got the blues” e “Parisienne walkways” come bis. E Davide su quelle note vola via...

 

 



[1] N. d. E.: Qui ed oltre ci si riferisce a Davide Sotgiu, chitarrista blues recentemente scomparso, col quale lo scrivente ha suonato per più di due anni.  

[2] Nadia Cusato, ex voce della Black Heart Groovin’ Band.

[3] 'Gary Moore and Friends, One Night in Dublin, A Tribute to Phil Lynott’.

[4] Phil Lynott, basso e voce dei Thin Lizzy, di cui era leader, 1949-1986.




Commento lasciato da Massimiliano Delfino, Mercoledì 28 Luglio 2010 alle ore 17:27

Bell'articolo... legare il ricordo di Davide al passaggio di Gary Moore è stata un'idea molto bella.... we miss you, Dave!


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