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Mercoledì 15 Dicembre 2010
Agromiele - octopus

Alcune notti sono come un singhiozzo emotivo, che danza senza sosta nel silenzio della testa. Alcune notti sono come un battito di mani che rincorre una melodia lontana e che non vuole andarsene via dalla testa. Non può. Non deve. Altre notti invece crescono e subito svaniscono via, nello stesso momento in cui sono cominciate: sussurri di voci vicine e lontane, accarezzate con le unghie in stentorei graffi che non svaniranno grazie alle cure di una semplice ventata di talco trasparente.

Spengo la radio e appoggio la testa al cuscino. Chiudo gli occhi, e davanti alla mia memoria si costruiscono all'istante monumenti di vetro e petali di marmo, vengono eretti busti di altisonante alterigia, prendono forma impressioni di energia potenziale urlata in bisbigli di ragni e locuste lontane. Piovono piovre di pallida pelle, senza sosta, fino a ricoprire l'intero pavimento formato da note di pianto e rimpianto, di corale lirica, di infinita rifinitura. Chiudo gli occhi e alle mie orecchie arrivano sincopate anticipazioni di vapori acquei dal profondo colore purpureo, mescolati sapientemente in campi di fragole calpestate da migliaia di mani sporche di sangue e corde di chitarra. Chiudo gli occhi e mi dimentico ove mi trovi, fino a riuscire a toccare con la mente il lamento di un sorso di schiuma lontana, destinato a non bagnare mai le rive di quella soglia d'ottone.

E poi il silenzio. Assoluto, il silenzio. Fragoroso, il silenzio, e nonostante questo: devastante. Cala improvviso, fino a riempire tutti quegli spazi angusti che non conoscono nemmeno il significato della parola Polvere. Silenzio tutto attorno, e quella melodia che ancora continua a risuonare, che ancora fluttua nell'aria, e che ancora tutte le molecole d'ossigeno al vuoto che s'è andato a creare. Ma è un vuoto illusorio, è un nulla destinato a terminare, è un niente che non esiste in questa notte dall'amaro sapore di piccole api e globuli scarlatti. Questa notte è una di quelle notti: e tutti i singhiozzi emotivi, tutti i battiti di mani, tutti i sussurri appena accennati non svaniranno nel tenue dipanarsi delle ore, perchè hanno oramai affittato una camera in quell'albergo dalle stanze infinite, e tutte occupate, che è il nostro olfatto musicale.

Questo, è quello che gli AGROMIELE sono riusciti a trasmettere con octopus: ansia pop dal vago retrogusto di tempi remoti e perfetti. A voi l'ascolto e la dolce memoria futura, a me l'infinito sussurro di quei graffi trasparenti e ritmati. Buon ascolto.




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