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Lunedì 3 Novembre 2014
CHILDREN OF THE REVOLUTION [del minore del maggiore]
«Non posso sopportare l'idea che Frances diventi
una miserabile,
autodistruttiva, rocker – fottuta, come me»

[Kurt Cobain]



«Presto! Trovate dei bambini; mirate alle sue braccia; lanciate e fuggite!».

Il simpatico comando che principia e conclude il manuale «come disinnescare la Dama in modalità Berserker» riassume verità inconfutabile e naturale: la salvaguardia dei cuccioli.
Le vecchie bagasce [per i non-genovesi: gli sgamati; i lupi; i disillusi; i feriti sereni e gli abili mestieranti] conoscono il RISPETTO. Respicere: guardare indietro. Per futurare.
Premesso io MAI capii l’espressione «il giovane poeta di 40 anni» [*farà fede* la prima raccolta o il primo capolavoro, non discuto, ma la forza di gravità e le primavere non sono opinabili]; premesso ogni Artista sia un «bambino di mille anni»; premesso si debba sempre premettere...
MINORE DI 30 è un dato matematico.
E fisiologico.

Ah, stolta! Non è mai troppo presto e mai troppo tardi... POETICISSIMO! Raccontalo al mio fisico. L’energia, l’incoscienza, la voglia, le forze – tendono diminuire, di ruga in malattia; di esperienza in lungimiranza. Amen.
Quale fiamma viva, allora? La consapevolezza.
La staffetta. E si passa la fiamma e si passa la lampada. Di mano in anima: dopo la propria *spremuta* altri saranno vitamina: è meravigliosa semplicità l’esistenza. Non facile, ma semplice. E quanto è felice benché difficile essere RESPONSABILE? Le aspettative sono tante [a volte troppe] ma devono essere riposte; devono essere risposte.
Con dediche: *al popolo presente e al popolo futuro*.



Beloved Enrico,
Maestro e Padre mio, lo sai non mi sia mai sentita all’altezza; mai stata *in grado di*. Tu sostenevi fossi pronta, ma non mi sento mai pronta. La vita mi colse impreparata. CitandoTi e parafrasandoTi: «potrei dire che mi manchi, ma in fondo non sei mai andato via». Ombretta riuscì a concertare slam di anime che non raggiungono anni 30 e la Parola [e tutto] esige: ricambio, rivolta, rivoluzione.
Spero renderTi fiero, sapendo canticchierai Dylan [Thomas!] per tutti noi!
E passo il Lume – BOM BOM SHIVA! – e passo il Testimone fiammeggiante; passo il *fardello* alle fiere: bestie bambine, neonate bellezze.

Grazie.

Chiara Daino




LAWRENCE’S WAY

What’s the use of my being here?
Driving down the same fucking road?
Towards school going again...
but the sunshine strikes from behind,
and the ballad’s with me
with the horn and the fiddle, the drums and the song,
the banjo and my heart pumping and beating;
what’s the use of my coming here,
middle aged, white hair and wise
properly dressed as all public men
are expected to be without any rings
nose rings...

... nose rings, pins and other punk things...
but the music is on, doing its work
now I got "Fairy tale of New York"

«YOU’RE A BUM
YOU’RE A PUNK
YOU’RE AN OLD SLUT ON JUNK»

then the car gets the teacher to school
of blood suckers the place is totally full
«hallo dear» to that bastard
«how are you» to that bitch
Henry behaves the way he should do
he never will say «wanna fuck you»
then he enters the room,
sees the shiny shy faces,
them scared to death,
do what I shouldn’t
put on the music
and make all of’em happy!

And suddenly know the reason I’m here
I’m here for a smile on a young honest face
a smile I will borrow
a smile I will keep
for the night I’ll row
into the black darkest deep


NEL SOLCO DI LAWRENCE

Perché mi trovo qua?
Guidando lungo la stessa fottuta strada?
Marciando un’altra volta verso la scuola...
ma la forza del sole colpisce alla schiena,
e la canzone mi accompagna
con corno e violino, tamburi e canto
il banjo del mio cuore pompa a ritmo;
perché mi traghetto in questo luogo,
io, di mezza età, saggio capo bianco
vestito come tutti gli statali
quelli nudi di anelli, si presume
senza anelli al naso...

... anelli, spille e altri gingilli punk...
ma la musica è, l’opera svolta
ora mi abita "Fiaba di New York"

«SEI UNO ZINGARO,
SEI UN TEPPISTA
SEI UNA VECCHIA TROIA TOSSICA»

poi l’auto riposa – il maestro in quella scuola
invasa da una massa sanguisuga
«ciao caro» a quel bastardo
«come stai» a quella puttana

Enrico si comporta come deve
non dice «andate tutti a farvi fottere»
poi entra nella classe
vede quei radiosi visi paurosi,
tutti – spaventàti – a morte,
per questo non posso esimermi
dal fiammare spartiti
per renderli – tutti – felici!

E brusco capisco perché ci sono
esisto – soltanto per un sorriso
sorto su un giovane viso onesto
un sorriso che prenderò in prestito
un sorriso che mi terrò ben stretto
per quella notte che combatterò
fino al fondo del buio più nero

Enrico Gaibazzi


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