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Martedì 13 Aprile 2010
È semplice, ma non è facile
Curiosando tra i numerosi dvd didattici per batteria, ci si imbatte nel metodo realizzato da Jojo Mayer: il suo "Secret weapons for the modern drummer" è il più venduto in Europa e considerato tra i primi 3 che ogni batterista dovrebbe possedere. Si tratta di un'opera in 2 dvd in cui vengono affrontate in modo completo e chiaro le diverse impugnature, soluzioni e utilissimi "trucchi" per la tecnica delle mani.

È domenica pomeriggio: si parte da Genova verso Torino, dove ci aspettano fiocchi di neve e gelo nonostante gli scongiuri del viaggio.
L'evento è organizzato da due differenti scuole di musica torinesi: GM Drum SChool e Lizard Accademia Nazionale Batteria, in un teatro parrocchiale. Come sottolineerà Sergio Fanton (Artist Manager di Sonor Italia) è raro e al tempo stesso pregevole che due distinte realtà con interessi così simili decidano di collaborare per un fine comune.

La batteria sotto i riflettori è una Sonor SQ2 in faggio, con meccaniche dorate, simile a questa. Se volete approfondirne i dettagli, la casa madre ha sviluppato un software online per la progettazione e l’ordine delle batterie dal nome “Configurator SQ2": si va qui per creare il proprio drumkit; al termine della configurazione verrà indicato il punto Sonor più vicino presso il quale ritirarla dopo 3 mesi circa.
Sul palco i microfoni che le daranno voce sono soltanto 4: 3 panoramici (2 ai lati, 1 alle spalle del seggiolino) e 1 dedicato alla grancassa. Non nascondo lo scetticismo iniziale per questa scelta (mi aspettavo microfoni per ogni elemento) ma cambio rapidamente idea al pensiero che, se esiste il "Suono di un Batterista", questa è una preziosa occasione per verificarlo.


Jabon

Jojo viene introdotto da uno degli organizzatori (Giri Morello, a sua volta batterista e insegnante) il quale annuncia che, per motivi di salute, l'esibizione consisterà in 2 brani live e 10 minuti dedicati a foto e autografi. Fortunatamente, però, le cose cambiano: dopo i tre brani iniziali (primo, secondo, terzo) Jojo è disponibile e pronto a continuare eseguendo brani del suo progetto "Nerve" tra cui la nota "Jabon" e la delicata "Pleasure Control".


Pleasure Control

Spontaneamente si instaura un buon dialogo tra palco e platea, convergendo verso un confronto costruttivo in cui Mr. Mayer spiega alcuni concetti base necessari per un corretto approccio Musicale allo strumento. Ciò che più lascia il segno è la sua interpretazione e definizione del "fare musica", intesa come risultato dello sviluppo di 3 componenti principali:
  1. Fisica: ovvero tuttociò che riguarda la tecnica, l'allenamento e lo studio;
  2. Concettuale: relativo a ciò che si vuole comunicare, alle parti che si intendono eseguire nell'economia di un brano;
  3. Psicologica: la parte emotiva, che spesso sottovalutiamo perchè (a prima vista) non tangibile.
Ci ricorda la natura di Strumento Musicale propria della batteria, per poterla interpretare anche nella sua connotazione armonica, non solo ritmica.
Lo dimostra grazie a uno dei principali rudimenti, ovvero il paradiddle: inizia sul rullante a dinamiche molto contenute, per poi estendersi progressivamente all'intero kit. Jojo sembra incorporare un mixer interno, grazie al quale poter cambiare il volume del singolo elemento, lasciando però inalterato il feeling della parte suonata.


Paradiddle

Incentiva i presenti a lavorare con attenzione su questo aspetto, perchè è fondamentale per la costruzione del proprio Suono. Il tutto avviene con una grande Musicalità, appunto, ampiamente riconosciuta e valorizzata dagli applausi del pubblico.

In merito al confronto tra tecnica (allenamento, studio) e psicologia (emotività, istinto) Jojo consiglia di concentrarsi con forte attenzione sulla seconda; accenna all'utilità di una particolare risorsa, impiegata da tempo nelle discipline sportive ma forse ancora sottovalutata in campo musicale, ovvero la Visualizzazione. Tale aspetto potrà sembrare a prima vista fuorviante, inutile o ancor peggio ridicolo ma in realtà, dopo un sincero approfondimento ed un minimo di pratica, sarà possibile capirne l'effettivo valore.
La sintesi (estrema) del concetto di Visualizzazione é: 'Perché si possa fare una qualsiasi cosa nella realtà, deve essere prima vista nella mente'. Può far sorridere... ma è fondamentale averlo bene chiaro in mente. Per affrontare con i giusti riferimenti questo aspetto, come tanti altri della parte psicologico-emozionale del musicista, vi consiglio la lettura del metodo "The Confident Drummer: tutto quello che hai sempre voluto sapere su come dominare la batteria" scritto dal batterista Eugenio Ventimiglia.

La maggior consapevolezza di sè, continua Jojo, è parte fondamentale del batterista che nel tempo tende a sviluppare abitudini (buone e cattive), difficili da individuare senza un punto d'osservazione esterno. Se ad esempio lo studio viene affrontato con approccio prevalentemente tecnico, si trascureranno i tanti aspetti relativi alla tensione muscolare, il rilassamento, la gestione dell'emotività. Queste lacune si rifletteranno inevitabilmente nel modo di suonare durante un concerto, una prova o una registrazione in studio, perchè il fisico avrà sviluppato l'abitudine a lavorare in questo regime, costantemente sotto tensione, ad esempio.
Il suo consiglio è quindi: evitare impennate di velocità negli allenamenti e nei brani, se non dopo aver affrontato una sorta di check-up emozionale e fisico, vista la loro stretta connessione.

Jojo tornerà più volte su questo principio, sintetizzando poi con la frase "È Musica, non sport" proprio per invitarci a una maggiore ricerca del Suono, piuttosto che della rullata da Guinness dei Primati. Se rinunciamo alla musicalità, sarà inutile abbondare in tecnica, velocità e prove di resistenza.
Per tradurre questi concetti in pratica, cita Peter Erskine strutturando un assolo costruito sulla trama di soli ottavi, tralasciando volontariamente altre divisioni.


Solo ottavi

Una volta acquisita la giusta dimestichezza e Musicalità, dopo un mese circa, avrà senso passare ai sedicesimi, poi alle terzine e sviluppare via via parti più complesse.


Parti più complesse

Assistiamo all'evoluzione di questo concetto attraverso un assolo ancor più godibile, increduli della Musicalità che viene emessa da pelli e piatti, colpiti da quelle mani, fluide e rilassate.

"È semplice, ma non è facile": credo sia la frase (più volte detta da Jojo) che riassume efficacemente l'intera clinic se non addirittura l'intero aspetto del Suonare.

Chiudo questo articolo consigliandovi la visione di un video molto rappresentativo del drumming di questo straordinario musicista... Buona Musica!






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