Giorgio Panci http://www.liveus.it/utente.php?id=228 Giorgio Panci it Mon, 15 Jun 15 11:50:46 +0200 Mon, 15 Jun 15 11:50:46 +0200 http://www.liveus.it/utente.php?id=228 Copyright: (C) LiveUs.it, http://www.liveus.it/ <![CDATA[ Una canzone per te: Knocking on Heaven's Door. ]]>

Bussando alle porte del paradiso.

 

Ti ho riconosciuto, in una stanza: cassetti e armadi colmi di musicassette e compact disc. Le casse a volume massimo. Pistole e rose. Bussando alle porte del paradiso. Quelle mani sono pugni che lottano per tradurre sventura in ventura. Un combattente.

Chilometri a piedi, voce che raggiunge alte vette e si converte in fiati: clarinetto e sax.

Musica, lotta, vita, strada condivisa in provincia come a Testaccio. Strade che hai solcato marciando in divisa, suonando, sempre a ritmo.

Fino in Puglia, dove domandavano: “ La suonate ancora: Libera prigioniera?” 

E fiero di te, quella sera, che mantenendo il controllo, i pugni li hai riservati al muro: unico degno avversario, in quella situazione.

E ancora strada insieme, in inverno, nella terra di Dante, l’anno in cui lasciai Bologna. Ed eri con me, nella neve, bussando alle porte del paradiso.

Ed eri con me, davanti bevande calde, quando i luoghi aperti  mi erano diventati stretti e soffocavo le mie paure, bussando alle porte del paradiso.

Abbiamo sempre pagato tutte le nostre scelte, rivendicate a testa alta. Noi, autori della nostra vita, non abbiamo mai rimosso. Con coraggio esploriamo il mondo.

E poi il tuo riscatto, ora il mio riscatto: siamo fianco a fianco, bussando alle porte del paradiso.



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http://www.liveus.it/articolo.php?id=252 Mon, 15 Jun 15 11:50:46 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=252
<![CDATA[ L'ARTE DEL RAGNO: LA MUSICA DELLE PAROLE ]]>

"La maDama1 s’è bevuta a Tutti"

Indosserei una maglietta con questa frase in dialetto romanesco, idioma della mia città, per raccontare un Genio genovese: Chiara Daino. A chi dicesse: "La voglio pure io quella maglietta", risponderei, domandando: "Perché, anche tu hai letto L’arte del Ragno?”. Di maglia in maglia, di tela in tela, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca2, fino alla voce e all’orecchio di tutti gli editori.

Questo non è un libro di poesie: è musica delle parole, metrica, scienza. Saper aspettare e colpire. Questo è un libro feroce.  Un libro che Ama. Schiaffi che svegliano con risata cinica. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza3 e se lo beve. Attento lettore: sei tu la preda inconsapevole. Un libro predatore. Schiaffi di ritmo, assestati con precisione chirurgica. Schiaffi dalle antiche radici, tessendo la propria tela nell’oggi. Tutte le Arti sono presenti e le Scienze. Schiaffi animali.  Un libro ed un Autore ai quali si deve portare Rispetto.

 

“Io mentre il sole nasce, de Te… me ce vesto.”4

 

 

 

Note:

1.   1. Madama: in romanesco sta ad indicare le Forze dell’Ordine, nello specifico la Polizia. L’appellativo risale alla seconda metà del Settecento, quando a Palazzo Madama, furono sistemati gli uffici del tribunale e la sede della polizia dello Stato Pontificio. Polizia: politèia s. f. [dal gr. Πολιτεία,der. di πολίτης ].  Nel linguaggio storico-politico, l’organizzazione come bene comune di tutti i cittadini e, di conseguenza, la costituzione politica ottimale.

2.   2. Come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca: Bocca di Rosa (Fabrizio De André, Volume 1, 1967) ; “Giorgio, sei paraculo come Fabrizio De André” ( Chiara Daino)

3.   3. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza:  “Il comico è cianuro. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza e lo sfinisce in ghigno sospeso” (Carmelo Bene). Carmelo Bene e Giancarlo Dotto, Vita di C.B., op. cit., pag. 31

4.   4. Io mentre il sole nasce, de Te… me ce vesto : La Spada ( Andrea Moraldi Pap3ro)

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http://www.liveus.it/articolo.php?id=251 Thu, 11 Jun 15 22:11:52 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=251
<![CDATA[ ER COATTO DER TEVERE ]]>

 

Sono stato Ispirato dai fantastici settenari di Chiara Daino: IL RAGNO TULIPANO. Ho pensato di fare una traduzione molto greve, ma molto divertente, in romanesco, del brano cantato da Cristina D’avena. Da stadio.

 

ER COATTO DER TEVERE

 

Stecche sui denti, te pijo e te schioppo

Corcà te corco, mo’ pija  e te sbrocco

Stiri le zampe e me c’hai davanti

Te strappo er core, famo a capisse

 

Te sto’ a corcà, te sto a’ corcà, devi accanna’, devi accanna’

Te sto’ a corcà, te sto a’ corcà, devi accanna’, devi accanna’

 

Co’ la baiaffa, te scucio la panza

Te serve er prete e no l’ambulanza

Daje e Ridaje, tu sei capoccione

Tu fai la fine de ‘n poro cojone

 

Te sto’ a corcà, te sto a’ corcà, devi accanna’, devi accanna’

Te sto’ a corcà, te sto a’ corcà, devi accanna’, devi accanna’

 

 

 

 

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http://www.liveus.it/articolo.php?id=250 Thu, 11 Jun 15 21:10:31 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=250
<![CDATA[ Ben E. King, stammi vicino ]]>

"Muhammad significa degno di lode e Ali significa altissimo. Clay significa creta, polvere. Quando ho riflettuto su questo, ho capito tutto”.

Benjamin Earl Nelson, a nove anni, percorre strada per le strade di Harlem.
Guadagna rispetto con la voce. Si fa gruppo, nei Drifters. Benjamin Earl Nelson dona tanto, ma niente aumento di stipendio e decurtate royaltiies del gruppo.
1960: scocca l’ora. Giunge il momento di chiamare Benjamin Earl Nelson: Ben E. King.
Ora di esplodere, ora che: “Le aquile non volano a stormi”.

"Muhammad significa degno di lode e Ali significa altissimo. Clay significa creta, polvere. Quando ho riflettuto su questo, ho capito tutto”.

Stand by me il suo secondo singolo: una delle "canzoni del secolo" . Ripresa da Giganti in tutti i lustri a venire. Giganti che riconoscono Giganti. Aquile che volano alto e si riconoscono. Grammy Hall of Fame Award.

"Muhammad significa degno di lode e Ali significa altissimo. Clay significa creta, polvere. Quando ho riflettuto su questo, ho capito tutto”.

1963: Cassius Clay, l’ape e la farfalla, oltre ai guantoni, indossa cuffie e microfono. I Am the Greatest, undicesima traccia: Stand by me. Un anno dopo, sarà Muhammad Ali.

Sempre è stato e sempre sarà
Ben E. King

(September 28, 1938 – April 30, 2015)


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http://www.liveus.it/articolo.php?id=248 Fri, 05 Jun 15 11:06:05 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=248
<![CDATA[ Un bambino dice ad un altro ]]>

«La sai l’ultima dei Nirvana?»
«Un bimbo dice ad una bimba...»

One baby to another says
I'm lucky to have met you
I don't care what you think
Unless it is about me
It is now my duty to completely drain you
I travel through a tube

And end up in your infection

[Kurt Cobain]



Io devo ringraziare la mia pigrizia. Io sono pigro. E fortunatamente ho ripreso a scrivere. E se non fossi stato pigro sarei diventato un omicida anni fa, sarei uno di quelli che si legge sul giornale: «messo in stato di fermo cautelare il ventenne G.P. che ha esploso colpi d'arma da fuoco freddando più persone per motivi misteriosi. Gli inquirenti indagano sulle dinamiche». La prima persona che avrei fatto fuori sarebbe stata mio padre, ma tanto ci ha pensato lui stesso a costruirsi una vita di merda.

Fin da giovane e non per scelta ma per condizione, io ero: IL PENSATORE. Che cazzo avessi da pensare poi si può anche tralasciare. Appena nato non sapevano cosa non funzionasse in me, perché io non funzionassi come tutti gli altri bambini... I primi dottori sbagliarono completamente diagnosi e refertarono e riferirono a mia madre: «Signora suo figlio non succhia il latte perché è PIGRO!». Sic!
In realtà mi si stava rallentando il funzionamento di tutti gli organi e non avevo la forza per tettare. Anni dopo scoprirono che questa anomalia era dovuta a un recettore dell'acetilcolina e un tizio (grazie tizio!) capì quello che mi rendeva diverso e mi diede la medicina che assumo da 35 anni.
Pian piano ripresi le forze e col tempo tutto migliorò e si stabilizzò: alla fine la mia forma di patologia non è grave, proprio perché congenita e col tempo migliora. In Italia la abbiamo in tre. Potrei vantarmene...


One baby to another says: io non ero il disagiato, non avevo chissà cosa ma risultavo quello che faceva fatica anche se il mio quoziente intellettivo era superiore alla norma (e così mi dissero tra un test e un buco; un analisi e l’ennesima trasferta in qualche ospedale estero).
I don't care what you think: ovvio io mia sia ribellato fin da quando misi i piedi a terra, pur con la testa fortemente appoggiata sulle nuvole. Iniziai ad accordare il mio timpano interno, iniziai ad essere attirato dall’umanità teppista: i peggio ragazzini del quartiere li frequentavo io e non me ne fotteva un beneamato! Io dovevo fare quello che LORO facevano. Ed è stato così per un tempo che non voglio calcolare. Dalle persone tormentate alle dissociate; dai depressi ai criminali. Mi ricordo un figuro che mi disse: «cazzo ma hai soggezione di quel tipo lì e poi? Di me che ho due omicidi alle spalle non hai paura? E smetti di giocherellare con la mia beretta, cazzo! Prima o poi ti farai male... È carica! Cazzo!».
E lo stesso figuro, anni dopo, piangendo, mi confessò: «beato te! Tu hai un cognome PULITO, cazzo!».

Cazzo! La parola cazzo ha tante connotazioni quante la parola arte.
E in tutti i mondi che ho attraversato e che mi hanno attraversato – il rapporto disfunzionale è stato lo stesso, sempre: cercavo la devianza.
No, non ero un sociopatico conclamato nel corpo di una mammoletta; non ero un debole. Fragile forse, non debole. Ma avevo quella faccia. Ognuno ha la faccia che si merita? Siamo nel loculo comune di una natura scema, di una battuta fritta per servirla a chi vomita.
Rabbia.
Ero rabbia nel carcere di un corpo umano, rabbia nel corpo di un animale ferito alla nascita; ero rabbia prima che rabbia nascesse. Prima che nascesse l’animale – prima che l’animale si rassegnasse ad essere un uomo.
It is now my duty to completely drain you: non mi sono fatto mancare tutto il dolore che potessi guadagnare; forse ho collezionato più esperienze e più cicatrici dei miei coetanei ma sono uno scellerato con giudizio e non competo con le disgrazie dell’altro. Tutto quello che ho vissuto io l'ho scelto. Ho fatto cose che non avrei, in teoria, potuto fare e l'ho fatto proprio per la pratica che vince ogni cartomanzia medica.

Sbuccia il sole e regalami una risata: è una salvezza essere una comica bestiolina ferita dalla nascita. Devo ringraziare la mia pigrizia e la mia devianza: la mia rabbia ora è una risorsa. Se non fossi stato un animale ferito alla nascita, ferito dalla nascita non ti avrei neanche conosciuta e sarei stato solo un’anomalia per la statistica sociale e non sarei divertente e divertito come sono.
Ora non sarei qui con Te a parlare di quanto il mondo sappia di pistacchio, ricordandoti di non prendere – MAI MAI MAI – a martellate il frigorifero.

Ti amo da vivere.

[E non leggere il mio diario quando non ci sono. Fruga tra le mie cose e scopri come sono fatto. Finalmente abbiamo deciso il nome definitivo per il nostro gruppo: ci chiamiamo Nirvana]

Devo ringraziare la mia pigrizia.
Grazie della tragedia
ne avevo bisogno per la mia arte
.


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http://www.liveus.it/articolo.php?id=246 Wed, 27 May 15 18:56:03 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=246
<![CDATA[ Bobby Joe Long's Friendship Party ]]>

INTERVISTA A HENRY BOWERS.

 

Avvertenze al lettore:

 

23 Maggio 2015, nuvole cariche di pioggia e Roma Est. Il PassOver è un laboratorio artistico di Roma Est. Nel corso del tempo ha ospitato diversi artisti e diversi eventi. Il PassOver è un altrove che esiste solo per la passione e la ferma presenza di chi lo anima. Si autofinanzia sempre. 03:33 è una conseguenza diretta del PassOver. Ore 19.00, si anima PAINTINGS VIDEO INSTALLAZIONI FOCARACCI, evento che presenta il primo EP dei  BOBBY JOE LONG’S FRIENDSHIP PARTY.  Se Fossimo stati a New York negli anni ’70, sarebbe stata The Factory con David Bowie. Ma siamo a Roma Est, 23 maggio 2015.  Ci sarebbero tante cose da dire e citare tutte le anime e gli artisti che hanno dato vita e danno vita a questo, ognuno con le sue peculiarità.  La mia però vuole essere una scintilla, che sprona il lettore a curiosare. Un assaggio che apre la mente. Mi ero preparato un discorso con infiniti dettagli, ma non voglio distrarvi dalle parole di Henry Bowers, che ho intervistato per voi. Una delle anime di questo fantastico Laboratorio e immagine dei  BOBBY JOE LONG’S FRIENDSHIP PARTY.

 

 

 

Come nascono i BJLFP?

 

I Bobby Joe Long’s Friendship Party sono un "compendio musicale" di 03:33. Tutti i loro testi rimandano a tutti gli elementi del microcosmo 03:33. Non erano preventivati, ma d’altronde nulla di quello che 03:33 propone è preventivato. Una cosa è importante e va sottolineata: i Bobby Joe Long’s Friendship Party non si pongono come gruppo musicale perché non fanno musica. Si limitano a comunicare, a veicolare i messaggi di 03:33 in una forma differente e più fruibile. Vanno intesi come fossero 18 mesi di attività 03:33 con tanto di paintings e installazioni su supporto digitale. Ma visto che ’sta cosa sona assurda vada pe’ band occulta dramasynthcoattowave.

 

Quanti elementi sono coinvolti e in quanto tempo avete fatto tutto?

 

Allo stato attuale siamo in cinque. Non svelo nulla degli altri componenti tranne che tre formano un’altra band da diverso tempo e che il regista dei video dei Bobby Joe Long’s Friendship Party è anche un sapiente chitarrista che quando tu gli dici "voglio ’na cosa post-punk, un giro de chitara come se deve", lui te l’ha già trovato e tu gli dai una pacca sulla spalla come la si da a quelli che dovrebbero stare a suonare da tutt’altra parte, in tutt’altra situazione e invece si ritrovano con te a Roma Est a maledire e millantare, e tu non ti capaciti di come mai le cose girano così strane. Detto questo l’EP è stato realizzato tra il mese di febbraio ed il mese di aprile, nel quale ci siamo ritrovati quattro sole volte per circa tre ore e abbiamo ricavato quattro tracce. Poi ce sarà stato un lavoro di postproduzione ma io non ci capisco nulla de ’ste cose. Il vantaggio di avere attorno gente che sa suonare è che tu c’hai la tua idea della traccia, ma loro la rendono possibile migliorandola, e di parecchio. Se semo divertiti insomma.

 

 

03:33 a chi non sa cosa sia come lo spiegheresti?

 

03:33 è una esigenza. È come quando stai alle elementari, alla lavagna, e sbagli il Pi greco. Fai un’altra cosa invece che il Pi greco. E allora il maestro si prende una libertà che va oltre il suo ruolo di tutore apostrofandoti come non va fatto. E tu gli tiri il cancellino fregandotene delle conseguenze. È come quando sei insofferente e allora ti pettini i capelli all’indietro, vai in un locale, bevi margarita e parli con una tizia dopo aver ballato. Te ne freghi se il giorno dopo c’hai il mal di testa e una donna che pretende qualcosa di più che una notte di bagordi oppure magari sei andato in bianco e allora c’hai solo il mal di testa. Il punto è che dovevi uscire e lasciarti assorbire da una dimensione irreale altrimenti diventavi pazzo. Questo è 03:33. Ma se vogliamo entrare più nello specifico è un microcosmo dove il linguaggio, la forma, hanno una discutibile unicità che trae spunto dalla commistione dei più disparati elementi che ci capitano tra le mani. Il tutto dominato da quel limbo circondariale che altro non è che Roma Est. Faccio un esempio così rendo più l’idea: vortice de totip era una mia espressione con cui definivo un brutto stallo esistenziale che poi è diventato un painting per la mostra Maledici et Millanta e che poi è diventata una canzone. Oppure la canzone stessa Maledici et Millanta può rendere l’idea. Il testo è parte del concept della mostra stessa con la motteggiata finale "davanti alimentaria st3 co’ peroni e fanta" perché me so’ ritrovato per motivi che non sto qui a spiegarti, a festeggiare il mio compleanno davanti ad alimentaria st3, alle due de notte, con un amico e solo Peroni e Fanta. Poi potrei fare anche un po’ l’intellettuale e dire cose tipo la società odierna è intrisa di perbenismo e delirio e recepisce malvagità dappertutto che neanche la più retrograda società medievale col pentacolo...e 03:33 si palesa anche per questo motivo, per cercare di ovviare a tutto ciò. Ma non sarebbe vero, perché non c’ho la sciarpa rossa al collo come Oliver Stone e me ne frego dell’impegno nelle arti, e sopratutto perché 03:33 non ha obiettivi. Nessun obiettivo, se non quello di palesarsi quando il tempo lo richiede. Ma ogni mostra potrebbe essere l’ultima. Perché la vita non è un sogno esotico sulle note di Private Lives degli Ultravox, ma è la negletta Roma Est. E non sai mai come ti piglia.

 

La fermata della metro Quintiliani che nesso ha con tutto questo?

 

Quintiliani è quella fermata della metro b di Roma che nessuno ci sale e nessuno ci scende. Per anni la metro non ci sostava. Era una fermata fantasma. Adesso che ci penso non sono mai stato a Quintiliani. È il grande mistero di Roma Est. Roba da Voyager. Mi verebbe voglia di mettere su un gruppo e chiamarlo i Frankie Goes To Quintiliani.

 

 

Nel futuro dei Bobby Joe Long’s Friendship Party?

 

Futuro è una parola che non ci appartiene. Quando sento futuro mi viene in mente qualcosa di morto sotto un materasso. Che parola grossa che è "futuro". Quasi invidio chi la pronunzia a cuor leggero. Spero comunque  seguirà qualcos’altro all’EP. Ma anche qui vale il discorso pe’ 03:33: non sai mai come ti piglia. Però confido che mi piacerebbe fare altre tracce. Che dire?
Vediamo come ci piglia.



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http://www.liveus.it/articolo.php?id=245 Tue, 26 May 15 16:20:42 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=245
<![CDATA[ SONIC JESUS: Neither Virtue Nor Anger. ]]>

I Sonic Jesus hanno concluso il loro tour il 7 maggio a Roma, dopo aver inondato per più di un mese l’Europa intera, promuovendo il loro primo disco: Neither Virtue Nor Anger. Quel 7 maggio io a Roma c’ero. Sotto i buoni auspici della Ninfa, città natale della band, ricercano e trovano col suono e fondono mondi diversi senza mai risultare prosaici e scontati. Miscelano suoni sapientemente: la psichedelica, il beat anni ’60, il core noise, il folk passando per divagazioni shoegaze e kraut. In loro c’è lo spirito dei Velvet Underground, le atmosfere tribali, l’electronic synthpunk, i Doors, il sacro e il dissacrante, l’ossessivo e un bagaglio di ricerca e di elaborazione che porta a definire una propria identità, che va oltre tutto questo. Niente virtuosismi, niente fronzoli inutili. Loro scelgono, tolgono e selezionano netti i suoni che riverberano in loop ipnotici. No, non parlerò della loro biografia e di quanto anche prima di questo loro primo album, abbiano conquistato la loro posizione. C’è chi li ha definiti: "one of Psych’s best kept secrets". Stasera saranno ospiti della trasmissione Viva Henry Bowers, in FM su TRS 102,3 o in diretta streaming su www.trsradio.net

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http://www.liveus.it/articolo.php?id=242 Tue, 19 May 15 15:47:59 +0200 http://www.liveus.it/articolo.php?id=242